Interviste

11° Intervista al M° Giuseppe Perlati

KARATE DO LU/AG/SETT 2009 NR 15

Egregio Maestro Perlati, sono un piccolo praticante, cintura Gialla, da settembre 2008 allievo del caro Maestro Franco Calimero di Genova. Ho tanta voglia di capire, approfondire. Mi sono abbonato anche a Karate Do di recente, per questo. Mi ha colpito leggere che Lei scrive che il mondo del karate sarà completamente diverso tra 5/10 anni. Mi può spiegare cosa intende dire? Io posso solo dire che non capisco neanche che ci siano tutte queste Federazioni di karate concorrenti e sono felice di essere “targato” FIKTA. Penso, vorrei e mi piacerebbe percorrere una strada di fedeltà al vero karate. Sono pensieri che condivido con il mio papà che mi ha aiutato a scriverli e penso che troppe strade siano un errore di superbia di chi le cerca. Un caro saluto, grazie di avermi ascoltato.

Stefano Soggiu, 12 anni Genova - Ken Shin Kai Karate Club

Carissimo Stefano,
innanzi tutto ringrazio anche te per avermi posto delle domande.

A 12 anni hai dimostrato più interesse e coraggio di tanti più grandi di te.

Di solito si dice che noi occidentali siamo portati al dialogo, che vogliamo capire razionalmente e critichiamo gli orientali perché più inclini alla pratica, all’uso del corpo, all’imitazione del gesto.

In realtà quasi sempre facciamo tante chiacchere ma raramente siamo pronti ad esporci scrivendo i nostri pensieri e assumendocene la responsabilità.

Spesso ciò avviene perché al momento di mettere nero su bianco ciò che pensiamo ci accorgiamo della difficoltà di riuscire ad esprimere concretamente dei concetti, temiamo di essere criticati e molte volte ci rendiamo conto che in fondo sono solo banalità.

Ciò vale anche per me ma mi sforzo di farlo ugualmente perché in questo modo riordino i miei pensieri, spero che qualcuno mi critichi e conto sul fatto che le cose scritte rimangano diventando motivo di riflessione per i praticanti.

Per farla breve: non ho alcuna paura del confronto, anzi, sono sempre pronto a mettermi in gioco perché penso che sia un modo per crescere.

Ritornando alla tua lettera posso dirti che sei fortunato ad avere un maestro come Calimero perché è uno dei più bravi e seri del nostro Paese e, lasciamelo dire, anche di avere un papà come il tuo che ti segue nella tua crescita.

Per capire perché il mondo del karate sarà completamente diverso nei prossimi 5/10 anni basta guardare indietro.

Dieci anni fa le organizzazioni di karate, sia in Italia che nel mondo, erano molto meno. Negli ultimi anni si sono moltiplicate e a livello mondiale si contano a decine, così come nel nostro Paese.

I grandi Maestri giapponesi ci hanno lasciato.

Per quanto riguarda lo stile shotokan il M° Kase ed il M° Nishiyama non ci sono più; la stessa cosa è successa anche a Maestri di altri stili tradizionali.

Guardando al futuro, i maestri occidentali che hanno iniziato la pratica del karate negli anni 60 fra 10 anni avranno 75/80 anni e, con il mondo che cambia così rapidamente, difficilmente saranno in grado mantenere inalterati i principi che hanno fatto grande il karate.

Io, così come tanti altri maestri storici, ci sto provando e ti assicuro che è il mio pensiero prioritario perché credo profondamente che il karate sia un mezzo straordinario di sviluppo e di emancipazione delle persone.

Putroppo dobbiamo remare controcorrente.

Dobbiamo andare contro un “mondo spettacolo” ed effimero, contro la superficialità, la smania di potere, il successo ad ogni costo anche a scapito del prossimo, all’egoismo, alla mancanza d’amore, dell’amore universale che ha fatto grande l’ “uomo”.

Però non molliamo e manteniamo viva una fiammella di speranza!

Può darsi che tra 10 anni il karate sarà diventato Sport Olimpico così come è auspicato da tanti che non si rendono conto che il karate Olimpico non avrà più nulla a che vedere col karate che ci è stato trasmesso dai Grandi Maestri.

Rientrerà nel “mondo dello spettacolo” come tanti altri sport che partono bene e finiscono col problema del doping.

Anche lo spirito Olimpico è subordinato allo spettacolo e, di conseguenza, al profitto.

Era stato detto “l’importante è partecipare!”

Oggi è diventato “l’importante è vincere!”

Certo che bisogna partecipare per vincere e non per fare un viaggio vacanza ma per vincere occorre essere almeno in due, quindi ciò che conta è la partecipazione.

Vincere con spirito sportivo è importante, vincere ad ogni costo è un risultato effimero e contrario ai principi del karate.

Come vedi ci aspettano anni di cambiamento profondo e tanti maestri come me stanno operando perché sia una evoluzione e non una involuzione.

Nella scelta della scuola di karate targato FIKTA sei stato fortunato: spero che il karate ti dia le soddisfazioni che cerchi e che tu possa continuare a praticarlo per sempre.

Spero anche di avere risposto alle tue domande e ti contraccambio un caro saluto contando di poterlo fare personalmente in occasione di qualche gara o stage.

Giuseppe Perlati