Interviste

3° Intervista al M° Giuseppe Perlati

KARATE-DO nr. 7/07

Ci può parlare della Sua Regione, l’Emilia Romagna, e dirci qualcosa sui personaggi che la guidano e sul rapporto con le Società? di Paola Basco - Veneto

Per anni l’Emilia Romagna è stata un’oasi speciale, diversa dalle altre Regioni.
Sicuramente perché il Karate è nato con noi (Guaraldi, Baleotti, Balzarro, ed il sottoscritto) e con un gruppo di Maestri praticanti lo stile Shotokai, legato al Maestro Murakami.
Influenza positiva l’ha avuto il carattere degli emiliani: socievoli, tolleranti, rispettosi.
Con queste premesse abbiamo anche lavorato sodo, allacciando rapporti sinceri e duraturi con tutti ed in particolare con chi praticava un Karate diverso dal nostro e con tutte le altre Regioni.
Fino alla fine degli anni 80 è stata una Regione forte, inattaccabile, invidiata da tutti.
Dall’Emilia Romagna sono usciti atleti di grande livello internazionale.
Ne cito solo alcuni dei più conosciuti: Ruffini, Baccaro, Ghedini, Guidetti, Lazzarini, Casarini, Polacchini, Gabrielli, Lombardo, Artese, scusandomi con quelli non citati.
Però voglio sottolineare quello che per me è l’aspetto più importante: gli insegnanti.
La Regione può contare un numero di Maestri ed Istruttori di ottimo livello: preparati, determinati, volenterosi, altruisti, che garantiscono un insegnamento impeccabile sotto tutti i punti di vista.
Un principio che è sempre stato adottato è quello del “RICAMBIO”, convinto come sono che solamente facendo crescere i praticanti di grado inferiore anche quelli di grado superiore possono migliorare.
Cosi è stato.
Al primo gruppo si sono alternati i Maestri Sedioli, Ghedini, Vignoli, Pesce, Guidetti, Soavi, Cilla, per poi lasciare il posto a Lazzarini, Munari, Ukmar, Bernini ed ora stanno collaborando anche Pironi, Polacchini e Casarini.
Senza dimenticare che dalla Regione sono usciti: il Presidente Federale, Prof. Achilli e due Consiglieri, Campini e Bragazzi.
Purtroppo nel 1989, con la costituzione della FIKTA, si è creata una spaccatura insanabile (e insensata) che ha reso la Regione più debole e più vulnerabile. Ma non ci siamo scoraggiati.
Abbiamo proseguito nel nostro cammino difficile ma entusiasmante e con il grande aiuto del Maestro Shirai e del Maestro Naito siamo migliorati e continueremo a farlo collaborando con tutti.

Lei è il referente tecnico/politico di una Regione del sud, la Calabria: ci può sintetizzare le varie problematiche di regioni distanti dalla sede centrale della Federazione e, spesso, dalle varie attività ufficiali che, per motivi anche logistici, privilegiano il nord Italia? Paolo Lazzarini – Reggio Emilia

Il mio intervento in Calabria è stato del tutto casuale.
La prima volta che sono andato in quella splendida Regione è stato per un invito di Francesco Salerno che era stato mio allievo a Bologna durante i suoi studi universitari.
Da subito ho conosciuto persone stupende che hanno permesso lo sviluppo del Karate tradizionale nonostante gli oltre 1000 Km che li separano da qualsiasi attività federale.
Era il 26 Aprile 1991, ci siamo allenati duramente e da allora, con l’aiuto dei Maestri Vignoli e Cacciatore, sono sceso regolarmente per allenamenti, stages e gare.
Fin dall’inizio mi sono impegnato perché si formasse un gruppo unito di Maestri con uno scopo preciso, chiaro.
Su alcuni punti sono stato intransigente. Per prima cosa avrebbero dovuto essere sempre presenti agli allenamenti. In secondo luogo loro stessi avrebbero dovuto allenarsi insieme almeno una volta al mese. Terzo, avrebbero dovuto partecipare all’attività federale superando il problema della distanza.
Con mia grande sorpresa hanno fatto molto di più di quanto mi sarei aspettato anche grazie al paziente lavoro di Claudio Miceli che è stato capace di tenerli insieme spronandoli a fare sempre di più.
Oggi la Calabria può contare su un gruppo di Maestri: Miceli, Cirello, Francomano, Zanfini, Ruscelli, Salerno, Caruso, Rende, Doria, Magisano, Porcelli, Formica, che sono uniti perché sono diventati anche amici.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il Maestro Shirai scende regolarmente tre volte all’anno, il Maestro Bianchi collabora seguendo il gruppo degli agonisti e dal prossimo anno il Maestro Campari aiuterà per alzare il livello degli agonisti e dei tecnici.
Quale insegnamento si può trarre?
Secondo me che la determinazione per raggiungere uno scopo chiaro fa superare ogni difficoltà ed i calabresi hanno dimostrato una grande determinazione.
Certamente rimane il problema dei giovani, sia per i costi che per il tempo necessario per i lunghi trasferimenti, però ci stiamo lavorando e già un giovane, Caruso Pasquale, si sta mettendo in luce anche in campo internazionale.